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Questo è Tutto

86 GIORNI NELL'ACCIAIERIA AZOVSTAL

DMYTRO ZAKASKY (OREST)

LA MOSTRA

 


«Questo è tutto. Grazie per avermi dato rifugio Azovstal, luogo della mia morte e della mia vita».

 

Così Dmytro 'Orest' Kozatskyi, il soldato fotografo che aveva raccontato in un raro reportage dall'interno dell'acciaieria i combattimenti dei soldati del battaglione Azov, lascia con poche righe sul suo profilo Twitter l’ultima testimonianza della resa alle acciaierie di Mariupol, diventate uno dei simboli di questa guerra, prima di consegnarsi all’esercito russo il 20 maggio scorso.


Nei suoi 86 giorni di assedio nell'acciaieria Azovistal, Dmytro 'Orest' Kozatskyi, ha ritratto i volti dei soldati, la vita quotidiana nei sotterranei e i feriti dell'ospedale da campo. La bellezza quasi classica degli scatti di Orest, capace di ritrarre in primo piano arti amputati, volti sfigurati, con un straniante maestria, ha fatto il giro del mondo. Rare fino ad oggi sono state le occasioni di vedere una guerra dagli occhi di chi la sta vivendo come combattente, mai eravamo stati coinvolti in un flusso ininterrotto di informazioni e sentimenti che spaziano dalla paura all'empatia, dalla rabbia all'assuefazione, fino al voyeurismo: un equilibrio precario tra la volontà di dare voce e spazio alle vittime di questa guerra, a chi sta combattendo in ogni modo possibile, e il timore di alimentare la spettacolarizzazione e la strumentalizzazione dell'orrore.


All’interno di questo enorme flusso di dati e di informazioni, non è scontato per un fotografo donare i file originali in alta risoluzione al mondo intero, anzi è un avvenimento più unico che raro. Valorizzare questo gesto rendendolo una testimonianza delle crudeltà di ogni guerra e conflitto è l’obiettivo primario dell’esposizione: riteniamo che la pubblicazione di queste fotografie sia fondamentale nella creazione della memoria di questi eventi e può fornire un utilissimo apporto alla riflessione sulle loro cause e sulle loro conseguenze.


Al di là di ogni giudizio sui componenti del battaglione Azov, del quale ci urge la necessità di non nascondere in alcun modo la scarsa trasparenza, la dichiarata ispirazione al nazismo e le accuse di crimini di guerra che in nessun modo possono trovare accoglienza o giustificazione nei curatori di questa mostra, e in generale sulla guerra in corso, il focus dell'iniziativa tende a concentrarsi sulla componete umana.

 

Le immagini proposte, nella loro istantanea crudezza, risultano piene e avvolgenti. Gli sguardi universali, i dettagli attuali e appartenenti al nostro quotidiano. Tutta la buona fotografia suscita nell'osservatore e fruitore un profondo moto interiore, talvolta inconsapevole, o coperto da meccanismi di autodifesa ma lascia col tempo il suo segno, contribuendo alla crescita dell'individuo. 

 

Le immagini di Orest hanno fatto il giro del mondo in formato ridotto, veicolate da milioni di smartphone, per questo le proponiamo in versione analogica e in grande formato 150x100 cm, in un allestimento urbano. 

 

A passeggio nella nostra confort zone, in una calda estate chiusina, si gira l'angolo e ci si trova immersi per qualche istante in qualcosa apparentemente molto lontano da noi, ma incredibilmente accessibile in 20 ore di guida, percorrendo le comode autostrade europee senza trovare nessuna frontiera se non quella ucraina.

IL FOTOGRAFO

 

 

DMYTRO KOZATSK ("OREST")

1996 nasce a Malyn

2013 entra nella Higher School of Information Technologies and Management di

Rzeszów, in Polonia

2014 lascia la Higher School of Information Technology and Management, per partecipare

al Maidan (Rivoluzione della Dignità, serie di manifestazioni filoeuropee contro la

decisione del governo di sospendere le trattative per la conclusione di un accordo di

associazione con l'UE)

2015 entra a far parte della Guardia Nazionale dell'Ucraina con assegnazione

Mariupol. Cambia il nome di Dmytro il Orest

2018 si unisce al Battaglione Azov 

1 marzo 2022, svolge la difesa presso l'acciaieria Azovstal

20 maggio 2022 si arrende alle truppe di occupazione russe

 

Orest è inscritto alla Ostroh Academy National University; appassionato fin da piccolo di fotografia, a scuola è entrato nel club fotografico degli studenti, attivo negli eventi e concorsi. Popolare tra i coetanei per le sue foto, inizia a coltivare questa passione usando una  Smena 8 analogica, per poi passare ad una Olympus digitale.

 

Capo del servizio stampa del Battaglione Azov. Autore di foto di colleghi nelle acciaierie, che hanno fatto il giro il mondo. Una delle foto, in cui il giovane cade sotto i raggi del sole di maggio, cadendo all'interno dei locali distrutti dell'impresa attraverso un foro trafitto da granate, si intitolava "La luce vincerà".

 

A suon di esplosioni, ha cantato la canzone "Stefania" della Kalush Orchestra, che ha portato l'Ucraina alla vittoria nel concorso canoro "Eurovision 2022".

 

l'associazione cinematografica "Babylon'13" ha pubblicato un video della "Fortezza Mariupol. L'ultimo giorno in Azovstal", girato da Dmitry.

 

Il 20 maggio 2022, prima di essere fatto prigioniero, Dmytro Kozatsky ha pubblicato un post sul suo Twitter: “Beh, questo è tutto. Grazie per il rifugio Azovstal, il luogo della mia morte e della mia vita. A proposito, mentre sono in cattività, ti lascerò le foto della migliore qualità, le invierò a tutti i premi giornalistici e ai concorsi fotografici, se vinco qualcosa, sarà molto bello dopo l'uscita. Grazie a tutti per il vostro sostegno. Ci vediamo.”

 

Lo stesso giorno, la vicepresidente del parlamento ucraino Olena Kondratyuk ha dichiarato che la Verkhovna Rada dell'Ucraina avrebbe inviato le foto di Dmytro Kozatsky a tutti i parlamenti d'Europa e del mondo che sono dalla parte dell'Ucraina.

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